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Red wing shoes: storia e tradizione di una scarpa americana
Pubblicato il 10.12.2024Red wing shoes: storia e tradizione di una scarpa americana
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Percorso e storia di un prodotto divenuto icona; più di 100 anni vissuti senza mai cambiare volto, attraversando illeso due grandi guerre e affermandosi oggi sullo scenario internazionale della moda, come un must intramontabile.
Questa è la storia di Red Wing.
Il nome Red Wing, trae origine da una cittadina della Mississipi valley in Minnesota, dove nel 1905 c’è un negozietto, il cui titolare Charles H. Beckam confezionava le prime scarpe e stivali da lavoro.
Grazie all’accurata attenzione della manifattura, Red Wing diviene ufficialmente il fornitore di scarpe per l’esercito americano e con lo scoppio della prima guerra mondiale, raggiunge un boom nella produzione poichè ogni soldato americano indossava il modello divenuto più famoso del brand, lo stivale NU 16. In questa epoca di conflitti, l’azienda riesce ad affinare e perfezionare la produzione, sviluppando ben 239 varianti differenti del classico anfibio militare per venire incontro alle diversissime esigenze di ogni singola razza ed etnia che componevano l’esercito americano.
Da quei passaggi storici fino ad attraversare gli anni 50, la Red Wing accresce la sua popolarità, diviene un’icona nazionale, rappresentando il simbolo della forza e prosperità americana ed arriva ad esportare le proprie realizzazioni fino in sud America e in Europa.
I modelli storici del brand arrivano ai giorni nostri del tutto inalterati ed interpretano ora come allora tutta la tradizione, la robustezza e la qualità di questa storica scarpa americana. Ci parlano di un processo di produzione attento in ogni sua fase ai più piccoli dettagli.
L’accuratezza nella scelta dei pellami, trattati con oli specifici del tutto naturali, per garantire la resistenza all’acqua e la loro durata nel tempo, le lavorazioni artigianali e i processi antigraffio e antiacido dei materiali, assicurano a Red Wing la fornitura ufficiale delle Corporate Americane.
Un’azienda che ha saputo coniugare perfettamente i metodi di una volta con le nuove tecnologie offerte dal mercato, guardando sempre al futuro senza mai dimenticare il passato.
E’ assolutamente questo il fascino unico che questa scarpa si porta dietro da oltre 120 anni; che la rende unica e inimitabile.
L’attuale produzione che affianca ai modelli storici, nuovi colori e pellami esclusivi, ha permesso a Red Wing di affermarsi con forza anche sul più esigente mercato italiano,con una distribuzione attenta dei loro prodotti presenti sui negozi di abbigliamento e di calzature più di tendenza. -
Elvine, sostenibilità ambientale di ogni capo
Pubblicato il 10.12.2024Elvine, sostenibilità ambientale di ogni capo
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Elvine
L’ambizione dichiarata dell’azienda svedese Elvine è quella di progettare giacche che siano senza tempo, con una qualità così alta da permettere che le giacche durino nel tempo. Sono convinti che la cosa più importante che l’industria della moda possa fare per l’ambiente sia quella di produrre abiti che non devono essere sostituiti dopo una o due stagioni.
Una società con rispetto di sé.
Elvine è convinta che ogni azienda che si rispetti debba prendere seriamente in considerazione l’impronta ambientale associata a ogni aspetto della propria attività. Elvine ha analizzato tutti i reparti aziendali e identificato alcune misure che sono state facilmente implementate immediatamente senza grandi sacrifici, così come alcune iniziative che richiedono molto più tempo e sforzi.
Le questioni ambientali e altre questioni di responsabilità sociale d’impresa sono della massima importanza per Elvine, e questo modo di pensare etico è profondamente radicato in tutta l’azienda, dalla gestione aziendale alla progettazione e realizzazione di ogni capo.
Per raggiungere tali obiettivi sono diventati membri di The Chemicals Group presso Swerea IVF e del programma Fur Free Retailer, e lavorano a stretto contatto con vari esperti in questioni ambientali e di altro tipo.
Elvine: Cosa è stato fatto ad oggi.
Processi consapevoli di idrorepellenza dei tessuti
Come produttori di giacche con caratteristiche funzionali, ci si aspetta che utilizzino l’impregnazione idrorepellente.
Ciò implica che le giacche devono essere trattate con DWRF (Durable Water Repellent Finish). La maggior parte dei DWRF sono costituiti da sostanze alchiliche poli e perfluorurate (PFAS), che sono estremamente dannose per la nostra salute e per l’ambiente. Pertanto, Elvine ha scelto di non utilizzare alcun tipo di PFAS. Al suo posto viene invece utilizzato Bionic Finish Eco di Rudolf Group, che è una finitura idrorepellente unica e brevettata per tessuti che non contiene alcun composto organico di fluoro.
Cosa c’è da sapere sulle PFAS.
I trattamenti DWR più comunemente usati oggi sono impregnazioni contenenti diverse versioni di una composizione chimica denominata sostanze alchiliche poli e perfluorurate (PFAS) a causa delle loro caratteristiche speciali quali acqua, sporcizia e repellenza all’olio e resistenza alle alte temperature. Tuttavia, i PFAS sono estremamente pericolosi per l’ambiente.
Queste sostanze chimiche sono tra l’altro tossiche per la riproduzione e l’ambiente, gli animali e gli esseri umani.
Pertanto, Elvine ha scelto di non utilizzare alcun tipo di PFAS.
Un atteggiamento consapevole verso i prodotti chimici.
Fortunatamente per la salute del mondo e di tutte le creature che vivono su di esso, l’Unione Europea ha avviato un quadro legislativo per le sostanze chimiche chiamato Reach, che è un regolamento su registrazione, valutazione, autorizzazione e restrizione delle sostanze chimiche nell’Unione europea.
Per essere sicuri di essere costantemente aggiornati con informazioni importanti e nuovi risultati di ricerca riguardanti le sostanze chimiche,Elvine è divenuta membro del gruppo Svedese Swerea IVF costituita da un gruppo di scienziati e chimici, che lavorano per diffondere le ultime novità in chimica e questioni ambientali ai loro membri. Il gruppo Chemicals di Swerea IVF aiuta a soddisfare i requisiti legali stabiliti da Reach e oltre. Inoltre c’è un flusso costante di informazioni tra Swerea IVF e Elvine circa la conoscenza di nuove sostanze chimiche sospettate di essere pericolose e che potrebbero essere soggette a restrizioni in futuro. L’ ambizione di Elvine è di eliminare gradualmente queste sostanze chimiche il prima possibile. Ad esempio, hanno eliminato il PVC dalla loro produzione poiché contiene spessoftalati, che vengono aggiunti alla plastica per renderla morbida.
Questa composizione chimica è dannosa in molti modi diversi per l’ambiente, gli animali e gli esseri umani.
Scelte consapevoli di nuovi materiali.
Elvine non fa solo scelte materiali consapevoli per quanto riguarda le sostanze chimiche. Sono sempre alla ricerca di nuove alternative ecocompatibili in modo da ridurre al minimo le nostre impronte il più possibile. Ad esempio, utilizzano Sustans ™ realizzato con DuPont ™ Sorona®, che è un’imitazione realistica, in parte realizzata con ingredienti vegetali rinnovabili.
Stanno sostituendo la maggior parte delle loro imbottiture precedenti con l’isolamento Thermore, un’imbottitura realizzata con bottiglie di PET riciclate.
Sono completamente trasparenti su quali materiali utilizzano e lavorano continuamente per migliorare la produzione. Ciò vale non solo per le questioni ambientali, ma anche per i diritti degli animali. Sono membri del programma Fur Free Retailer, quindi ovviamente non usano pelliccia, pelle o piuma.
Come lavorano con i propri partner.
Inutile dire che si interessano delle condizioni di lavoro nelle fabbriche dove vengono prodotti i loro indumenti.
Si aspettiamo che i loro fornitori e partner commerciali condividano il loro punto di vista su etica del lavoro, diritti umani, condizioni di lavoro eque, lavoro minorile, lavoro forzato, discriminazione, libertà di associazione, salari e benefici, ambiente, salute e sicurezza. Il loro codice di condotta include tutte queste posizioni e chiedono ai loro fornitori e partner commerciali di aderire ad esso. Per facilitare il loro lavoro volto a garantire che le loro fabbriche e i loro fornitori condividano gli stessi valori che sono quelli di produrre vestiti secondo gli standard etici che esigono, mantengono il numero di partner al minimo. Questo rende più facile visitarli, condurre test e controllare il loro lavoro.
Conoscono i loro partner a livello personale e il loro approccio positivo e percettivo ha portato a relazioni molto buone, mettendoli in una posizione unica per influenzare il loro lavoro. Le ispezioni dei loro partner vengono svolte regolarmente e la loro ambizione è di aumentare la frequenza di questo lavoro di auditing.
Fornire informazioni importanti sullo standard delle fabbriche in modo che possano aiutarle a migliorare in tutte le aree sopra indicate, se necessario.
La maggior parte dei loro acquisti viene effettuata in Cina, Portogallo e Turchia.
Su cosa stanno lavorando – Un parka Elvine realizzato con il 100% di materiale reciclato.
Sono costantemente alla ricerca di opzioni migliori e più rispettose dell’ambiente per materiali e metodi di produzione.
Uno dei principali problemi affrontati dall’umanità è la crescente montagna di spazzatura da un lato e il vorace consumo di risorse naturali dall’altro, con alcune materie prime già in via di esaurimento. Ciò ha portato a parlare sempre più di economia circolare, in cui tutto ciò che viene prodotto e utilizzato è riciclabile in un ecociclo eterno. Nel tentativo di esplorare le opportunità di Elvine in un’economia circolare, hanno lanciato un progetto per produrre la loro giacca più popolare, Elvine Cornell, in materiale riciclato al 100%. Questo è solo un primo passo, e la speranza è che provando questo su una giacca, possiamo imparare come rendere più circolare l’intera nostra produzione.
La prima cosa che hanno scoperto è che ci sono in realtà masse di materiali riciclati là fuori da poter recuperare. Hanno sostituito immediatamente l’imbottitura con isolamento riciclato al 100% da Thermore. Hanno anche sostituito tutti i tessuti dei giubbotti Elvine abbastanza rapidamente, dopo aver valutato varie alternative. Per il tessuto esterno, hanno scelto una fibra di poliestere riciclata da vecchie bottiglie di plastica.
Il prossimo passo sono tutti gli accessori, i dettagli sulla giacca.
Hanno scelto un poliestere riciclato per le etichette, ad esempio. La qualità è fondamentale per le cerniere, quindi erano desiderosi di lavorare con YKK o con una società altrettanto rispettabile. Fortunatamente, YKK offre un’opzione di alta qualità in plastica riciclata e poliestere.
Quando si trattava di pulsanti, hanno trovato qualche problema. Non è stato trovato alcun pulsante in legno, plastica o metallo prodotto con materiali riciclati, anche se sanno che diverse aziende stanno lavorando per sviluppare tali prodotti.
Invece, hanno trovato una piccola soluzione per bottoni automatici di YKK in plastica riciclata per bottiglie. Si chiama Natulon Sofix e lo useranno per ora, poiché è un’alternativa di buona qualità. Rimane ancora molto lavoro da fare prima che il primo Elvine parka realizzato con materiali completamente riciclati sia pronto per la produzione. Ad esempio, la ricerca è ancora attiva per un filo riciclato e una membrana impermeabile riciclata. Stanno esplorando tutte le possibilità.
Il progetto è un work in progress e sperano di poter lanciare una giacca riciclata al 100% entro un anno.
Funzione Stretch.
La funzione non riguarda solo la protezione dall’acqua e dal vento, ma anche il comfort. In uno stile di vita attivo, quando si può andare in bicicletta un giorno, prendere un autobus o saltare in auto, il movimento facile è vitale.
Con questa esigenza di adattabilità in mente, Function Stretch offre parka con un tessuto elasticizzato a quattro vie estremamente flessibile.
Alcuni modelli di Elvine parka Fia ad esempio hanno una membrana antivento e impermeabile con una colonna d’acqua di 5 000 mm e cuciture vitali nastrate e la superficie è trattata con Bionic-Finish® Eco. Il tessuto Function Stretch offre un tocco high-tech e prestazioni, e i parka sono disponibili in una selezione di colori sofisticati, consentendo ai pezzi di adattarsi senza sforzo al tuo guardaroba esistente.
Come sentirsi a proprio agio quando piove -
CP COMPANY: attraverso una lente per guardare la città!Cp company: attraverso una lente per guardare la città!
Pubblicato il 08.12.2024Cp company: attraverso una lente per guardare la città!
Quella di CP company è una storia autentica e originale, scandita da tappe fondamentali, non solo per il percorso imprenditoriale dell’azienda, ma per la storia stessa della moda e dello sportswear italiano.Nel 1971,il suo fondatore, Enzo Fusco, uomo poliedrico e fantasioso dalla natura spiccatamente creativa e innovatrice entra in contatto con ll’estro e le doti rivoluzionarie del designer italiano Massimo Osti e, nasce una delle aziende italiane maggiormente riconosciute su scala mondiale per lo sportswear e per l’abbigliamento maschile.Osti veniva dal mondo della grafica pubblicitaria, ma intorno agli anni 70 disegnò una collezione di t-shirt utilizzando le stesse tecniche di stampa, che veniva usata per la carta. Accettò quindi in seguito di creare una vera e propria collezione di abbigliamento maschile e diventare socio dell’azienda a cui volle dare il nome di Chester Perry, come quella in cui lavorava Bristow, il protagonista di un fumetto popolare in quegli anni. Nel 1978, la Chester Perry divenne quella che oggi conosciamo con il nome di C.P. Company.Con C.P. Company, Osti potè sperimentare tutta la sua creatività con idee da subito rivoluzionarie per il settore e con lavorazioni all’avanguardia, come il “tinto in capo”, un procedimento che permetteva di ottenere effetti di tono su tono grazie alla diversa reazione che avevano i diversi materiali che componevano un capo finito, ad un unico bagno di tintura.Da oltre 45 anni, la C.P. Company è l’azienda che più di ogni altra conserva e perfeziona tecniche di tintura che ne fanno la principale caratteristica del brand.Alla base della filosofia dell’azienda ci sono due concetti che ispirano da sempre le collezioni di abbigliamento: un’attenta indagine sulle funzioni d’uso delle uniformi di tradizione militare e degli abiti da lavoro e la trasformazione della materia nel laboratorio sperimentale del colore.Le uniformi come ispirazione, perchè da sempre riassumono eleganza e funzionalità, caratteristiche imprescindibili per il marchio CP company e che sono la base essenziale su cui si fondano tutte le ricerche stilistiche e produttive del brand.Uno dei momenti storici dell’azienda che ne ha segnato il percorso per sempre, fu il 1988, quando l’estro di Massimo Osti, creò quella che sarebbe divenuta la giacca icona rappresentativa del brand: la Goggle Jacket. Realizzata per i piloti della Mille Miglia, la giacca è famosa per le lenti inserite direttamente sul cappuccio e sulla manica, ideate per facilitare i movimenti dei piloti durante le gare. Questa idea di applicare le lenti sul bavero prima e sul cappuccio poi, veniva dalle giacche della guardia militare giapponese e servivano come protezione totale dal vento e dagli agenti atmosferici.Di nuovo uno sguardo interessato all’equipaggiamento militare ove si raggiungeva il massimo grado di evoluzione tecnica applicata all’abbigliamento.Oggiil tema delle lenti ha influenzato ulteriormente le collezioni C.P. Company e, l’applicazione delle lenti è stata ampliata inserendole nei cappucci delle felpe da uomo, impressi sulle t-shirt e hanno dato vita a nuovi modelli con la lente inserita sul braccio del giaccone uomo.Dalla sua fondazione, fino ad oggi la C.P: company si è sempre distinta per la volontà di anticipare le tendenze e con creatività e intuito vestire intere generazioni di uomini.Continua a leggere -
Camicie Bevilacqua: la sartoria fiorentina raccontata attraverso i tessuti
Pubblicato il 08.12.2024Camicie Bevilacqua: la sartoria fiorentina raccontata attraverso i tessuti.
Le camicie Bevilacqua ti basta guardarle, tenere tra le mani il tessuto, osservarne le fantasie uniche, dal gusto inconfondibile un pò vintage e classico, per andare col pensiero fra le vie di Firenze, piene di laboratori artigianali, dove la dedizione al lavoro e la forte passione per il bello, hanno fatto la storia della sartoria fiorentina e di quella italiana.E se pensiamo a Firenze, se pensiamo alla moda, non dobbiamo per forza nominare Salvatore Ferragamo o Guccio Gucci, immaginare imperiali sfilate a palazzo Pitti o agli eventi super mondani di Pitti Immagine.
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La città toscana, fra le più belle al mondo è anche la culla e il centro di una fortissima tradizione sartoriale. Ed è in questo contesto, che nel 1950, sulle colline fiorentine, nasce il brand Bevilacqua, grazie all’estro e alla dedizione del suo fondatore Adelino Bevilacqua, che inizialmente si afferma per la produzione artigianale di cravatte.
Nel 1970, con l’arrivo del figlio Patrizio, il laboratorio fiorentino vede espandere la propria distribuzione anche al di fuori dell’Italia. La ricerca di stile e le collaborazioni con i più rinomati produttori tessili hanno contribuito, infatti, a piazzare il nome Bevilacqua a livello internazionale. La fine degli anni ’80 vede l’inizio delle collaborazioni con importanti brand internazionali a cui consegue l’incremento delle produzioni e, di conseguenza, delle linee.
Agli inizi degli anni 90 trasferisce l’azienda nella attuale sede di Pelago dove afferma, consolida e perfeziona la produzione e il confezionamento di camicie e accessori sartoriali da uomo. Dal 1990 ad oggi, Bevilacqua Srl, soddisfa una sempre più crescente domanda grazie soprattutto agli innovativi metodi manifatturieri che però non alterano mai le caratteristiche che contraddistinguono i loro capi “handmade”.Il “New Vintage” riassume il concept brand di Bevilacqua in un unica parola.
La produzione è rigorosamente made in Italy e offre linee classiche per soddisfare le esigenze di uomini più formali, ma anche linee più estrose con tagli stondati e sagomature studiate su misura, per soddisfare i gusti di quelli più eccentrici. Classicismo ma originalità, accostamenti di patchwork e differenze di trama, caratterizzano lo spirito eclettico dell’uomo Bevilacqua.
Le fantasie sono oggetto di un’accurata ricerca, i tessuti rappresentano il plus ultra di ogni collezione; i migliori filati, ricavati dalle migliori materie prime, rendono ogni capo Bevilacqua assolutamente esclusivo. -
NUPTSE JACKET: UN CAPO RIVOLUZIONARIO DIVENTATO UN MITO.
Pubblicato il 08.12.2024NUPTSE JACKET: UN CAPO RIVOLUZIONARIO DIVENTATO UN MITO
Nuptse Jacket di The North Face, nasce nel 1966 come giacca da montagna, prendendo il nome dall’omonima montagna situata a pochi chilometri dall’Everest.
Per la prima volta veniva utilizzata una particolare struttura con cuciture orizzontali che garantiva agli alpinisti una protezione formidabile contro le basse temperature. Realizzata con colori a elevato contrasto ideali per essere visti in condizioni di scarsa visibilità e un blocco di colore sulle spalle per garantire una protezione extra all ’usura causata dagli zaini pesanti. Essere ben visibili in montagna è molto importante; sicurezza e protezione prima di tutto. Non a caso, è ancora oggi uno dei capi più utilizzati nei campi base degli ottomila.
Nel 1992 The North Face lanciava sul mercato la Nuptse Jacket, un capo dalla tecnologia assolutamente rivoluzionaria per quel periodo ed ebbe subito un successo straordinario, andando ben oltre l’uso outdoor per cui era stata pensata. Nuptse Jacket ha infatti conquistato la scena underground newyorkese, diventando nel giro di qualche anno la “divisa” di rapper conosciuti in tutto il mondo. Le sue cuciture orizzontali, disposte così per limitare al minimo lo spostamento della piuma all’ interno, sono diventate così un simbolo degli anni ’90.Oggi è un’icona dello street style, ma non solo. Tutto è iniziato con un solo obiettivo: realizzare il piumino perfetto.
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HOLUBAR : passato presente e futuro
Pubblicato il 08.12.2024HOLUBAR: passato presente e futuro
Holubar nasce in Colorado, nel 1946 da un’idea di Alice e Roy Holubar, e inizia la sua attività con la produzione di sacchi a pelo in piuma, zaini, chiodi di arrampicata, parka. Una vera passione, quella degli Holubar, per le attività all’aria aperta, che si trasformò gradualmente in un vero e proprio business fino all’avvio istituzionale di Holubar Mountaineering nel 1947. All’inizio l’attività si sviluppò principalmente con il classico metodo di “vendita per corrispondenza”, arrivando al 1958 con un catalogo di 143 prodotti.Il marchio ha rapidamente imposto la sua presenza sul mercato, inizialmente in Colorado, e poi in tutti gli Stati Uniti per l’eccellente qualità dei suoi prodotti e per l’approccio pionieristico di Alice e Roy Holubar. A loro, dobbiamo infatti, un gran numero di innovazioni tecniche, che hanno ispirato per anni molte delle aziende più rinomate dell outerwear come l’uso del nylon ultraleggero e il suo utilizzo combinato con imbottiture in piuma, oppure l’adozione di tessuti 60/40, un mix di cotone egiziano e nylon che rese i capi idrorepellenti e donava loro una resistenza all’usura fino ad allora sconosciuta, quando per i capi da montagna venivano principalmente usati il cotone e la lana. Ad Alice e Roy Holubar dobbiamo anche l’invenzione del Mountain Parka, uno dei capi più popolari di sempre in America, indossato tra gli altri anche da Robert De Niro nel film vincitore di cinque premi Oscar “Il Cacciatore” del 1978.
Gli Holubar hanno sempre mantenuto stretti rapporti con il mondo degli scalatori e degli appassionati di outdoor. Questa continua vicinanza ha favorito la creazione di innovazioni tecniche, risultate da uno scambio di idee con gli stessi utenti dei loro prodotti e che erano legate a reali esigenze di funzionalità e utilizzo derivanti dall’esperienza dei professionisti dell’outdoor. Ad esempio nel 1948, quando Holubar forniva i capi all’Alpine Rescue Team del Colorado inserì in questi capi un gancio all’altezza del petto utilizzato dai membri del team per esporre il badge di riconoscimento. In seguito il gancio venne utilizzato per fissare guanti e berretto e lo troviamo ancora su alcuni modelli della collezione. Oppure l’attenzione a dei dettagli in pelle, come i sotto-bottoni, i ferma cordone sul cappuccio e la coulisse o il tira- zip. Scopo di questi elementi era quello di conferire ai capi maggiore resistenza nei punti sottoposti a maggiore usura, proteggendo il tessuto esterno.
Come già accaduto ad altri grandi marchi del settore americano di equipaggiamenti all’aperto, Holubar ha anche iniziato a guadagnare riconoscimenti e fama superando gradualmente i confini strettamente legati alla montagna e, in un decennio, Holubar è diventato uno dei marchi più noti di capispalla d’America. Il marchio è stato in grado di trarre vantaggio da questo sviluppo incontrando i gusti di un pubblico giovane con contributi stilistici che nulla hanno tolto ai contenuti di qualità e funzionalità di ogni capo: questa capacità di coniugare l’eccellenza tecnica con un look contemporaneo, ha portato Holubar a ottenere un posizione importante anche nel mercato dell’outodoor per bambini.
Nel 1968, gli Holubar decisero di vendere l’attività e dagli anni ’80 il marchio ha subito un lento e graduale abbandono dai nuovi proprietari.
Oggi il brand Holubar è attualmente oggetto di un grande risveglio che è partito dall’Europa e mira a rilanciare il marchio negli Stati Uniti e in tutto il mondo. L’imprenditore italiano Roberto Raengo, che in passato ha lavorato ai lanci di Refrigwear e Blauer, ha acquistato il noto marchio americano Holubar, dando vita alla nuova società Fritz. Oggi, la società Fritz, ha come obiettivo quello di far risuscitare il marchio, in Europa. Punta di diamante dell’offerta della Fritz, sarà la riedizione in dieci colori, a partire dal classico orange, del Mountain parka indossato da Robert De Niro.
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McQ gotico, romantico, provocatore
Pubblicato il 08.12.2024McQ: gotico, romantico, provocatore
Dal nuovo banner del marchio McQ si intravedono, nascosti sotto la banda nera, le restanti lettere del nome dello stilista fondatore del brand Alexander McQuenn.
A lui sono stati attribuiti negli anni tantissimi appellativi; al contempo genio creativo, maledetto, inquieto, gotico e romantico, ammirevole, disturbato, provocatore… Di certo se siamo oggi qui ancora a parlare di lui, a quasi dieci anni dalla sua triste scomparsa, è perché Alexander McQueen era senza dubbio un artista brillante capace di sorprendere l’intero star system scioccando il mondo intero con le sue sfilate incredibilmente inquietanti.
La forza delle sue idee, lo ha fatto ribattezzare l’“hooligan” della moda per le sue creazioni oniriche, avveniristiche, poetiche, al limite dell’assurdo.
Sesto e ultimo figlio di un tassista, Lee Alexander McQueen nasce nel quartiere popolare di East London; lascia la scuola all’età di 16 anni per entrare subito nel mondo del lavoro. Dopo aver lavorato per Savile Row, per Gieves & Hawkes e per i celebri costumisti teatrali Berman & Nathans, all’età di 20 anni si trasferisce a Milano per lavorare per Romeo Gigli. Emblematico del suo carattere è un aneddoto raccontato dallo stesso Romeo Gigli in una recente intervista. Dopo averlo sgridato e avergli dato indicazioni su come cucire una giacca, McQueen aveva eseguito gli ordini, ma in una cucitura, di nascosto, aveva inserito una scritta rivolta a lui: “Fuck you”.
Dopo essere rientrato nella sua amata città, con la forte volontà di migliorarsi, nel 1996 subentra nella maison di Givenchy al posto di John Galliano, chiamato alla guida della direzione artistica del noto marchio; una collaborazione che si protrarrà fra alti e bassi fino al 2001, anno in cui McQueen sceglie di recedere dal contratto, attraversato da una forte incertezza creativa e intrappolato dai rigidi canoni conservatori della haute couture francese.
Durante questo periodo egli consolida il suo progetto di sviluppo del suo marchio originario allestendo un ufficio stile a Londra, di cui già nel 2000 il gruppo Gucci detiene il 51% . Inizia il periodo più felice e produttivo dello stilista inglese. Tra le sue sfilate e collezioni indimenticabili dell’epoca,ricordiamo quella del 1999 in cui l’atleta Aimee Mullins, amputata delle gambe, solca la passerella su protesi in legno mentre dei robot spruzzano vernice per automobili su capi bianchissimi.
McQueen mantiene alto il livello della tensione, con abiti preziosi, stampe teschio che diventeranno uno dei suoi marchi di fabbrica e temi presi dal mondo vegetale.
Come dimenticare inoltre la celebre sfilata Plato’s Atlantis, la sua ultima prima del suicidio. In quell’occasione lo stilista fa sfilare donne che sembrano alieni, con le famose scarpe Armadillo ancora oggi cercatissime.Non è necessario essere esperti di moda per accorgersi che McQueen non amava le mezze misure. Dalla provocante scelta di materiali, alla complessa costruzione dei suoi capi, ogni abito riscrive il concetto di bellezza tradizionale. Le sue creazioni , sono“aggressive, parlano di disastri, guerre, morte, rovine. Sono esattamente come i tempi che viviamo. Possono anche essere romantiche, come i tempi che non riusciamo più a vivere. Ma sempre e ogni volta per le mie presentazioni è come se dovessi uscire da un buco nero per mostrare il lato positivo.” (A.McQueen).
Nel 2005 McQueen fonda il marchio contemporaneo McQ by Alexander McQueen. McQueen voleva creare una collezione “più giovane”, un po’ “meno sofisticata”, ma anche “più specialistica”.
Ciononostante la vita di Alexander McQueen viene offuscata da una terribile forma di depressione che coinvolge il suo animo interiore, compromette la sua emotività e la sua sensibilità, stravolte da una serie di eventi infausti che lo segnano nel profondo trascinandolo in un vicolo cieco dal quale non troverà mai uno sbocco da cui riemergere.A seguito della perdita della sua migliore amica e musa ispiratrice Isabella Blow, e poi della sua amatissima mamma,la sua depressione si aggrava e l’11 febbraio 2010, Alexander McQueen si toglie la vita, impiccandosi nel suo appartamento.
Il marchio ancora oggi fa parte del polo del lusso Kering, sotto la direzione artistica di Sarah Burton, collaboratrice di McQueen dal 1996. Sarah Burton dirige anche l’intera collezione della linea McQ Alexander mcQueen, rientrata dal 2010 sotto l’intera gestione della griffe dopo una licenza di cinque anni con l’italiana Sinv S.p.A. McQ distilla la visione del direttore creativo Sarah Burton in collezioni che incarnano una giovane Londra urbana. McQ clothing prende riferimento dalla sottocultura giovanile britannica; i suoi capi d’abbigliamento sono strutturati e allo stesso tempo informali, incorporando spesso dettagli sportivi con dettagli da sartoria quasi a sovvertire lo stile classico con materiali inaspettati. Il marchio incarna il carattere del ragazzo e della ragazza ribelli, giovani e irriverenti.“Per avere successo come designer servono tre qualità: avere incubi frequenti, ricordarseli e saperli disegnare” (L.A. McQueen)
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PARKA ELVINE: FUCK THE WEATHER!
Pubblicato il 08.12.2024PARKA ELVINE : FUCK THE WEATHER!
ELVINE è stata fondata nel 2001 dallo street artist svedese Daniel Mänd. Daniel decise di dare il nome Elvine alla sua attività, per fare omaggio a sua nonna, Elvine Mänd, una sarta dell’Estonia durante la seconda guerra mondiale, fuggita a Goteborg nella vicina Svezia, quando i Russi invasero la sua terra. Dalla figlia di Elvine Mand, nasce e cresce nella periferia di Göteborg, Daniel che, insieme ai suoi amici, diventa un tutt’uno con la strada e con la cultura dei graffiti. Lui, da creativo, sviluppa le sue capacità di street artist. Quando decide di aprire il proprio negozio, Daniel capisce ben presto, che nè lui, nè i suoi amici, riescono a trovare soddisfazione per le proprie esigenze di stile, dall’industria dell’abbigliamento. Sentiva fortemente di voler creare qualcosa che provenisse totalmente da lui e dalla cultura della strada, trovando ispirazione nella propria vita quotidiana e da quella dei suoi amici. Dalla nonna, Daniel, ha però ereditato la passione per l’artigianato, l’attenzione alla qualità e la cura dei dettagli. Così il ragazzo di strada, diventa ossessionato dall’artigianalità e dalla funzionalità dei capi che voleva realizzare. Nasce quindi ELVINE, per offrire abiti casual ma con un tocco di eleganza e ottima vestibilità, per uno stile di vita non sofisticato, abiti adatti ai marciapiedi anziché alle passerelle. Goteborg è nel cuore e nell’anima di ELVINE, profondamente radicata nella cultura operaia, la città è fonte di ispirazione per collezioni accessibili, ma eleganti. Goteborg inoltre è nota per il clima piovoso e le raffiche di vento. Questo ha avuto un fortissimo impatto su ELVINE che ha focalizzato la propria attenzione sulla progettazione e creazione di capi spalla eleganti, ma con caratteristiche altamente funzionali. ELVINE progetta giacconi, nati per sopportare il clima di Goteborg, ma che sono diventati adatti allo stile di vita di ogni città.
Dal momento in cui ELVINE ha lanciato la prima giacca, è stata associata a brand di capi spalla e giacconi, e, inconsapevolmente, in una città come Goteborg, era naturale che le collezioni si focalizzassero sulla produzione di giacche funzionali per un urban style intelligente e ricercato. Orgogliosi del loro lavoro, in ELVINE sono in continua ricerca e sviluppo dedicando molto tempo e impegno alla ricerca di nuovi tessuti, imbottiture e altri materiali interessanti, dettagli intelligenti, adattamenti, soluzioni o tecniche per sviluppare costantemente nuove giacche. Lavorano con gli stessi fornitori sin dall’inizio,conoscendoli bene e assicurandosi di condividere gli stessi valori di base in termini di condizioni di lavoro, diritti degli animali, responsabilità ambientali e altri importanti valori etici. . Collaborano con i creativi di tutto il mondo, da Shanghai, Reykjavik a Tokyo ascoltando le loro esigenze e i loro consigli per creare giacche funzionali alle loro specifiche città.
Ma la cosa che più ci piace raccontare è la profondissima fede che professano nel rispettare l’impatto ambientale associato a ogni aspetto della propria attività. Come azienda di capispalla, ci si aspetta che utilizzino materiali idrorepellenti, che nella maggior parte dei casi sono costituiti da sostanze alcoliche dannose per la nostra salute e per l’ambiente; invece hanno scelto di utilizzare Bionic Finisch Eco una finitura idrorepellente unica e brevettata per tessuti che non contiene alcun comporto organico di fluoro.Poiché ELVINE produce giacche per l’uso quotidiano in città e non per attività estreme all’aperto , non ha la necessità di utilizzare trattamenti specifici pesanti. Invitano invece i clienti a prendersi cura delle loro giacche in modo che durino il più a lungo possibile nella loro Guida alla cura della giacca. Per essere sicuri di essere costantemente aggiornati ai nuovi risultati di ricerca relativi alle sostanze chimiche, ELVINE è membro del gruppo di prodotti chimici della rete nordica presso Swerea IVF, in Svezia. Si tratta di un gruppo di scienziati e chimici, che lavorano per divulgare le ultime novità in materia di chimica e ambiente, ai propri membri.
In ELVINE, la scelta di materiali consapevoli non riguarda soltanto le sostanze chimiche. Sono costantemente alla ricerca di nuove alternative ecocompatibili per ridurre al minimo le proprie impronte. Ad esempio, utilizzano Sustans ™ realizzato con DuPont ™ Sorona®, fibre ad alte prestazioni estremamente innovative, in parte ottenute da ingredienti vegetali rinnovabili. Hanno sostituito la maggior parte delle imbottiture precedenti con l’isolamento Thermore, un’imbottitura realizzata con bottiglie di PET riciclate. Sono completamente trasparenti su quali materiali utilizzano e lavorano continuamente per migliorare la produzione. Questo vale non solo per le questioni ambientali, ma anche per i diritti degli animali; quindi ovviamente non utilizzano nè pellicce, nè pellami.
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Come prossimo obiettivo, stanno lavorando per realizzare il loro giaccone da uomo più venduto, l’ELVINE Cornell, composto al 100% da materiale riciclato; con l’auspicio che riuscendoci su un modello, si possa estendere il metodo sull’intera produzione della collezione. Hanno sostituito immediatamente l’imbottitura con isolamento riciclato al 100% da Thermore e sostituito tutti i tessuti della giacca , dopo aver valutato varie alternative. Per il tessuto esterno, hanno scelto una fibra di poliestere riciclata da vecchie bottiglie di plastica; materiale riciclato anche per le etichette. Il prossimo passo saranno tutti gli accessori e i dettagli sulla giacca. Collaborano con YKK, che fornisce loro Natulon Sofix, bottoni automatici in plastica riciclata. Anche se mancano ancora alcuni dettagli, la produzione di questa giacca vedrà la luce entro l’anno. -
BROOKS ENGLAND: LO STILE SULLA BICI DA 150 ANNI
Pubblicato il 08.12.2024BROOKS ENGLAND: Lo stile sulla bici da 150 anni
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Brooks England è un marchio ricco di storia, di prestigio che vanta quasi 150 anni di tradizione ed esperienza.
Nasce a Birmingham nel cuore dell’Inghilterra, dove il suo fondatore, John Boultbee Brooks, si era trasferito da Hinckley, la sua città natale, per aprire la sua bottega, J.B. Brooks & Co., dove produce selle, briglie e accessori per cavalli e altri prodotti in pelle. Quando, nel 1878, J. Brooks perde il suo cavallo, non potendosene permettere uno nuovo, si fa prestare una bicicletta per potersi spostare.
All’epoca, quella che noi conosciamo oggi come bicicletta, era ancora una sorta di velocipede, la cui sella era ovviamente fatta di legno. Brooks si rende immediatamente conto di quanto fosse scomodo il supporto su cui sedersi, e spinto dalla voglia di studiare una valida alternativa, il 28 ottobre 1882 riesce a brevettare la sua prima sella Brook England, chiaramente realizzata in pelle.
Nel frattempo l’utilizzo della bicicletta si stava evolvendo e diffondendo sempre più, favorendo un ampio successo di pubblico per le selle Brooks. In pochissimo tempo Brooks England brevetta e produce numerosi accessori per la bici; come bisacce, panieri, gambali, manopole dei manubri; tanto che già il catalogo del 1900 dimostra la vasta gamma di prodotti presentati. Espandono la produzione anche ad altri settori, come il motociclismo, la valigeria e l’arredo, ma restando sempre concentrati sul core del brand, cioè la bicicletta. Nel 1935 la J.B. Brooks & Co. produceva in un anno 1.640.000 selle in pelle, pari a circa il 60% di tutte le selle prodotte in Gran Bretagna!
Negli anni ’50 la Brooks England vive un boom produttivo che coincide, però, con l’acquisizione dell’azienda da parte della Raleigh Cycle Company, una delle più antiche aziende di biciclette al mondo. Da allora la proprietà della Brooks è passata di mano in mano fra vari gruppi internazionali e nel 2002 è stata acquisita dall’italianaSelle Royal. Ma il gigante italiano vuole preservare il fascino e la tradizione che rende le selle Brooks uniche nel loro genere, e per questo la produzione continuerà a svolgersi esclusivamente nello stabilimento dove è nata in Inghilterra.
Le tecniche tradizionali per la produzione di selle in cuoio sono state tramandate di generazione in generazione da artigiani e lavoratori che si sono succeduti nel tempo dentro quella fabbrica. Pur con i passi da gigante che la tecnologia ha fatto in 150 anni, l’abilità manuale degli operai rimane indispensabile per realizzare quelle che probabimente sono le selle più amate al mondo, e oggi Brooks England è sinonimo di storia, design e innovazione.
Le cycle’s Brooks bags sono state una caratteristica fondamentale nel loro catalogo sin dal 1880. L’ampia gamma di zaini Brooks per biciclette è fabbricata in pelle, tela e materiali impermeabili da esperti artigiani e progettata per resistere a tutte le condizioni atmosferiche e per un comodo utilizzo sia dentro che fuori la bicicletta. Dal catalogo borse e accessori abbiamo selezionato i modelli di zaini Brooks più all’avanguardia e di tendenza, per uno stile urban, inconfondibile e ricco di fascino.
“Non è il nome di Brooks che rende la sella buona, ma la sella, e la sua eccellenza, che rende il nome supremo.”
(The Brooks Book for Cyclists, 1912) -
Howlin: dalla Scozia maglieria di qualità senza tempo
Pubblicato il 08.12.2024Howlin: dalla Scozia maglieria di qualità senza tempo
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Howlin in gergo scozzese per dire puzzolento – è un marchio di maglieria di Anversa con forti radici in Scozia e Irlanda. Dal 1981 producono maglieria di qualità e nel 2009 lanciano la nuova etichetta Howlin.
Howlin maglieria si è fatto conoscere sul mercato internazionale per la sua singolare interpretazione dei modelli classici, inserendo forme e colori accattivanti, realizzate in lana, cashmere, alpaca, cotone e varie miscele di filati, tendono a mantenere una vestibilità regolare, utile per i bisogni di stratificazione mantenendo il comfort necessario, il modo di produzione rimane tradizionale ogni articolo è lavorato a maglia con amore in Scozia e Irlanda.
Howlin maglie si impegna a offrire più spazio alla fantasia di forme e colori. Quindi, che si tratti di una sciarpa o di un panciotto arruffato; tutti i loro prodotti sono fabbricati individualmente e rifiniti a mano da artigiani tradizionalmente qualificati in Scozia e Irlanda utilizzando i filati della migliore qualità possibile. Per le stagioni primaverili / estive portano magliette a maglia leggera, maglieria e asciugamano.
Realizzato in Scozia con un sorriso.
Howlin clothing stringe una collaborazione con Stuff una band belga dal vivo di 5 elementi che porta un groove di genere trasversale, che va dall’hyp-hop spezzato a un funk futuro influenzato dall’elettronica e dal jazz.
Hanno pubblicato il loro album di debutto omonimo sul nuovo album nel marzo 2015, acclamato dalla critica hanno intrapreso un tour con un tutto esaurito nei migliori club del Benelux, Germania, Regno Unito e Irlanda. Diverse tracce del loro debutto hanno ottenuto l’airplay sulle stazioni britanniche BBC6 e BBC1 e sulle stazioni belghe nazionali StuBru & Radio 1.
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